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Presidio medico alla fiera: attivati 24 posti letto di terapia intensiva

L'Ospedale Papa Giovanni XXIII ha ultimato l'attivazione dei 24 posti letto di terapia intensiva previsti alla Fiera di Bergamo, completando i due moduli previsti (12 + 12). Anche i Civili di Brescia sono al lavoro per completare il proprio modulo da 12 posti letto. Un'operazione che permette di supportare le aree più colpite dal contagio, salvaguardando per il Papa Giovanni la funzione irrinunciabile di hub della rete regionale per tutte le patologie tempo-dipendenti.

Finora, nei 18 giorni trascorsi dalla riattivazione del Presidio medico avanzato alla Fiera di Bergamo, sono stati curati 36 pazienti in terapia intensiva. Due pazienti su tre provengono da fuori provincia, mentre uno su tre è bergamasco.


Il personale


La Direzione sanitaria del presidio ospedaliero in Fiera è affidata all'ASST Papa Giovanni XXIII nella persona di Oliviero Valoti. Al suo fianco il coordinatore infermieristico Luigi Daleffe.

Nei due moduli seguiti dal Papa Giovanni, sono 21 i medici al lavoro, con il coordinamento medico affidato a Francesco Ferri: 8 dal Papa Giovanni; 3 ciascuno dalle ASST Bergamo Est e Bergamo Ovest; 4 dalla Poliambulanza di Brescia; 2 provengono dagli IOB - Istituti Ospedalieri Bergamaschi del Gruppo San Donato - cioè dal Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro e dal Policlinico San Marco di Zingonia; 1 dalla Casa di Cura San Francesco di Bergamo.

Gli infermieri sono 63 e sono coordinati da Giuliana Vitali: 24 dal Papa Giovanni; 9 ciascuno dalle ASST Bergamo Est e Bergamo Ovest e dalla Poliambulanza Brescia; 6 ciascuno dagli IOB - Istituti Ospedalieri Bergamaschi e dalla Casa di Cura San Francesco di Bergamo.

Fondamentale è stata la formazione, attivata da Monica Casati, dirigente Ricerca Formazione Sviluppo della Direzione professioni sanitarie e sociali, per permettere a questo personale proveniente da diverse strutture di allineare protocolli e procedure del Papa Giovanni. Tutti gli aspetti assistenziali e organizzativi sono seguiti sotto la supervisione di Simonetta Cesa, direttore della Direzione professioni sanitarie e sociali dell'ASST Papa Giovanni XXIII.

L'ASST Papa Giovanni mette a disposizione nel presidio medico avanzato della Fiera anche operatori socio sanitari, tecnici di radiologia, fisioterapisti, farmacisti. Tutto il personale? effettua turni 24 ore su 24, 7 giorni su 7. L'ospedale in Fiera si avvale anche della collaborazione degli alpini, che si occupano di sicurezza e di logistica.

Il ruolo dell'Ospedale in Fiera
L'attivazione di questi posti letto ha permesso di arginare il peso che pure resta importante - sulle terapie intensive in Ospedale a Bergamo (ad oggi, 20 novembre, sono 31 i pazienti Covid gravi ricoverati nell'area critica dell'Ospedale di Bergamo). Questa strategia ha permesso anche di salvaguardare il ruolo del Papa Giovanni di ospedale hub per il Covid e per tutte le patologie tempo dipendenti: infarti, ictus, interventi urgenti di neurochirurgia, cardiochirurgia, chirurgia vascolare e traumi dell'età adulta e pediatrica. Settori di intervento che, come previsto da Regione Lombardia, restano in capo al Papa Giovanni.

Con ulteriore sforzo organizzativo, medico e infermieristico, il Papa Giovanni aveva già aderito nei giorni scorsi alla richiesta di Regione Lombardia di mettere a disposizione ulteriori posti letto, questa volta per pazienti a bassa e media gravità. Una seconda fase per i padiglioni della Fiera: non più solo hub per i pazienti Covid-19 gravi, ma anche presidio medico per i malati Covid di tutte le aree più colpite della Regione e che necessitano di medio-bassa intensità di cura.

Soddisfatta per il contributo che l'ospedale sta dando alla rete ospedaliera regionale e per la risposta al fabbisogno del Paese il direttore generale dell'ASST Papa Giovanni XXIII, Maria Beatrice Stasi: "La pressione sulle terapie intensive è forte e l'ospedale è oggi a pieno carico con pazienti che provengono da tutta la regione. Due pazienti su tre attualmente ricoverati in Fiera vengono da fuori provincia, dalle aree più colpite dal contagio. Oggi insieme a tanti professionisti di altre strutture del sistema sanitario regionale pubbliche e private il nostro impegno rimane quello di avanzare un passo davanti al virus. Il nostro contributo e la nostra solidarietà concreta non stanno mancando perché abbiamo già vissuto in prima persona questa primavera l'escalation del contagio con le sue conseguenze drammatiche per i pazienti e le famiglie e con i pesanti effetti sulle strutture e sul personale sanitario. Questo non fa venire meno, pur nelle difficoltà aggiuntive, il ruolo di hub per le patologie tempo dipendenti su un bacino di circa un milione di utenti residenti in provincia e, nel caso dei traumi pediatrici, in tutta la Regione. Sono interventi effettuati in emergenza e che spesso salvano vite umane. Il presidio in Fiera oggi ci permette di garantire anche tutto questo".