Come si diventa donatori di organi

LA DONAZIONE: CHI DECIDE?
Attualmente viene adottato il principio del l’OPPOSIZIONE o NON OPPOSIZIONE: viene considerato donatore chi ha espresso esplicitamente la propria volontà di donare, e non donatore chi ha espresso la propria opposizione alla donazione.
Se il potenziale donatore non ha espresso alcuna scelta in vita, i familiari (coniuge, convivente more uxorio, figli, genitori) hanno la possibilità di esprimersi, cercando di interpretare se il loro caro fosse disponibile o meno a donare.
Per evitare ai propri cari di dover interpretare la tua volontà in un momento così difficile è importante scegliere oggi.
 
Il consenso o il diniego alla donazione si può formalizzare:
In qualunque momento è possibile modificare la propria scelta. Vale sempre l’ultima dichiarazione rilasciata e sottoscritta.
 
CHI PUO’ DONARE
Morte per lesione cerebrale
Di norma il potenziale donatore di organi è una persona sottoposta a misure rianimatorie e deceduta a causa di una lesione cerebrale irreversibile, che causa cioè la completa distruzione delle cellule cerebrali.
La morte per lesione cerebrale viene segnalata da un intensivista e successivamente deve essere accertata e certificata da parte di un Collegio Medico composto da tre specialisti: un medico rianimatore, un medico neurologo esperto in elettroencefalografia e un medico legale. La procedura di accertamento viene eseguita nel rispetto di rigorosi criteri sanciti a norma di legge e prevede un periodo di osservazione di 6 ore. L’accertamento viene eseguito sulla base di esami clinici e strumentali che documentano la morte in modo certo e inequivocabile. L’accertamento della morte avvenuta in ospedale, per legge, ha l’unico scopo di accertare e certificare la morte del paziente.
Si esegue quindi in tutti i casi di morte per lesione cerebrale, indipendentemente dalla disponibilità od opposizione alla donazione di organi e tessuti.

Morte per arresto cardiaco
Da qualche anno all’Ospedale Papa Giovanni XXIII è possibile eseguire la donazione di organi anche in caso di morte per arresto cardiaco, grazie all’impiego della circolazione extracorporea addominale, che consente di mantenere gli organi perfusi anche dopo l’arresto cardiaco.
Se la morte della persona avviene invece a causa di un arresto cardiaco che non risponde alle manovre di rianimazione, l’accertamento deve essere effettuato eseguendo un elettrocardiogramma per almeno 20 minuti consecutivi, per verificare l’assenza di attività elettrica cardiaca. 
 
Donazione da vivente
Alcuni organi possono essere donati anche da persone viventi senza comprometterne lo stato di salute. Ad esempio un rene, una porzione di fegato o di polmone, un tratto di intestino.
Questa donazione è consentita tra familiari e consanguinei, nei casi in cui il donatore, una persona in salute e compatibile, decida di donare una parte di sé al ricevente. Anche alcuni tessuti come l’osso, il sangue, il sangue del cordone ombelicale, il midollo osseo  possono essere donati da persone viventi.