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Pectus excavatum (Petto escavato)

Petto escavato

Cosa è il petto escavato 
Il petto escavato è la più frequente malformazione della gabbia toracica in età pediatrica. Il difetto consiste in un infossamento al centro del torace, a livello della porzione inferiore dello sterno: per questo motivo è noto anche come “torace a imbuto”.
Il petto escavato è quasi sempre congenito e riconoscibile fin dalla nascita. Interessa soprattutto i bambini di sesso maschile; l’incidenza è di circa 1 caso ogni 1000 nuovi nati. In rari casi il petto escavato è associato ad altre patologie, come la sindrome di Marfan o di Ehlers-Danlos, anomalie diaframmatiche, la scoliosi o il rachitismo.

Sintomatologia e diagnosi
Il petto escavato è facilmente riconoscibile a livello visivo. Nei casi più severi, il petto escavato può determinare la compressione di cuore e polmoni, con conseguenze sulla funzione cardio-respiratoria; una valutazione chirurgica approfondita permette di stabilire il livello di compressione. La TAC torace è un esame necessario. Un elettrocardiogramma e un ecocardiogramma permetteranno poi di verificare eventuali difetti cardiaci, aritmie e segni di compressione del cuore. Vanno studiate la capacità polmonare e la resistenza allo sforzo fisico. Sintomi da non trascurare sono: senso di fatica, affanno, tosse, una ridotta tolleranza all’esercizio fisico e agli sforzi, accelerazione del battito cardiaco e soffi cardiaci, dolore toracico, infezioni respiratorie ricorrenti o l’asma.
Si tratta di una malformazione che tende a peggiorare durante l’adolescenza: non va sottovalutato il disagio psicologico che può derivare da questa condizione nella delicata fase dello sviluppo.
In questi casi, lo specialista chirurgo pediatra valuterà la necessità di un intervento correttivo.

Cura del petto escavato
L’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è stato tra i primi a portare in Italia la procedura per il trattamento del petto escavato. 
Si tratta di una tecnica mininvasiva chiamata MIRPE (Minimal Invasive Repair of Pectus Excavatum), conosciuta anche come procedura di Nuss, dal nome del chirurgo americano che l’ha ideata. La procedura è praticata fin dal 2000 nell’Unità di Chirurgia pediatrica, tra le strutture in Italia con maggiore esperienza per il trattamento di questa malformazione.

Come avviene l'intervento
Il chirurgo pediatrico esegue due piccole incisioni ai lati del torace e posiziona una barra metallica correttiva, opportunamente modellata sull’anatomia del paziente. La barra viene posizionata dietro lo sterno ed esercita una pressione che consente la correzione completa del difetto. Tutta l’operazione viene eseguita con l’aiuto della toracoscopia, una tecnica di intervento minimamente invasiva che garantisce la massima sicurezza e precisione di intervento. Nei mesi successivi, il paziente può riprendere una vita normale e anche l’attività fisica, con l’unica raccomandazione di evitare gli sport di contatto, fino alla rimozione della barra che avverrà dopo 3 anni.