L'Ospedale Papa Giovanni XXIII è stato premiato con il riconoscimento Best Practice dall' Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da) per l'alto livello dell'assistenza fornita alle donne vittime di violenza.
Al concorso hanno partecipato 66 progetti realizzati in altrettante strutture ospedaliere distribuite su tutto il territorio nazionale (42 al Nord, 17 al Centro e 7 al Sud e nelle Isole) e già premiate da ONDa con uno o più bollini rosa per l'attenzione riservata alla prevenzione, diagnosi e cura delle patologie femminili.
I vincitori sono stati premiati oggi alla Casa dei Diritti del Comune di Milano. A ritirare il premio per l?ospedale Papa Giovanni XXIII il direttore sanitario Laura Chiappa, Maria Simonetta Spada, Responsabile dell'Unità di Psicologia clinica, Antonella Mangili, infermiera del Pronto Soccorso, e Luigia Iamele, responsabile dell'URP.
A valere all'Ospedale di Bergamo il prestigioso riconoscimento l'attivazione di un protocollo specifico, detto "Catena contro la violenza", con cui le donne vittime di violenza vengono individuate, accolte e ascoltate fin dal loro primo accesso in Pronto soccorso.
"Il protocollo si basa sul riconoscere i casi di possibile violenza e consente una presa in carico precoce delle vittime, che vengono immediatamente affidate a personale appositamente formato - ha spiegato Laura Chiappa -. Eseguiamo se necessario prelievi di materiale biologico, profilassi antibiotica e consulenze specialistiche infettivologiche o traumatologiche e offriamo alle donne la possibilità di ricevere assistenza sociale e psicologica. Cerchiamo anche di indirizzarle a sporgere denuncia e a valutare se il rientro a casa potrebbe essere problematico, informandole sui diversi servizi di accoglienza presenti sul territorio. Le dimissioni non rappresentano per l'ultima tappa del percorso. Le donne vengono infatti ricontattate da uno psicologo per fissare un colloquio successivo".
Il protocollo prevede inoltre l'adozione di una scheda clinica condivisa a livello multidisciplinare, che favorisce la presa in carico integrata.
"La multidisciplinarità è un valore aggiunto e permette di costruire una continuità assistenziale che offre una presa in carico sanitaria, psicologica, legale e sociale delle donne vittime di violenza - prosegue Laura Chiappa -. Inoltre possiamo contare su una vera e propria rete territoriale di sostegno, composta dal centro territoriale anti-violenza dell' Associazione Aiuto Donna, i servizi sociali, la Questura e la Polizia Locale".
Dal 2008, anno in cui è stato attivato questo servizio, al 2013 sono arrivate al Pronto Soccorso dell' Ospedale di Bergamo 1.633 donne vittime di violenza. Dall' inizio di quest'anno ad ottobre erano già 278. Si tratta di donne di ogni classe sociale, con un'età compresa tra i venti e i cinquant'anni, di nazionalità prevalentemente italiana; solo il 24% sono straniere.
L'Ospedale Papa Giovanni XXIII è stata l'unica struttura lombarda a ricevere il riconoscimento Best Practice, assegnato ad altri 5 centri: l'Ospedale Civile Spirito Santo di Pescara, il Policlinico Umberto I di Roma, l'Ospedale Maria Vittoria e l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, l'Ospedale Misericordia di Grosseto e l' Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze.
Altri 6 ospedali hanno invece ricevuto una menzione speciale e sono: il Presidio Ospedaliero San Rocco (Sessa Aurunca - Campania), l' Azienda Ospedaliera IRCCS di Reggio Emilia - Arcispedale S. Maria Nuova (Reggio Emilia - Emilia Romagna), l' Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma (Parma ? Emilia Romagna), l' Azienda Ospedaliera-Universitaria "Ospedali Riuniti" di Trieste (Trieste - Friuli Venezia Giulia), l' Ospedale Treviglio e Caravaggio (Treviglio - Lombardia), il Presidio Ospedaliero San Martino - Oristano (Oristano - Sardegna). Una Menzione d 'onore è andata al Pronto Soccorso Ostetrico/Ginecologico e Soccorso Violenza Sessuale e Domestica della Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, come modello di eccellenza e di riferimento a livello nazionale nell'ambito della gestione delle donne vittime di violenza.
In Italia lo scorso anno si è registrata la più alta percentuale di donne tra le vittime di omicidio nel nostro Paese, circa il 36% del totale (179 donne su 502), il 14% in più rispetto al 2012. Secondo il rapporto Eures, pubblicato a novembre 2014, le Regioni centrali hanno presentato il maggior numero di femminicidi, anche se il Sud risulta l' area più a rischio; in 7 casi su 10, gli episodi di violenza si sono consumati nel contesto familiare e affettivo della donna per mano del coniuge, partner o ex-partner (66%).
"La problematica della violenza sulla donna, a livello nazionale e internazionale, è oggi un tema di grande attualità - sottolinea Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da-. Gli ultimi dati presentati dall' Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano che il 35% delle donne nel mondo è vittima di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di sconosciuti e che il 38% dei femminicidi avviene dentro le mura di casa. Le principali conseguenze degli abusi si ripercuotono sulla salute mentale e sessuale della donna, sulle sue capacità riproduttive e sul rischio di morte e lesioni. Sulla base di questi dati O.N.Da ha deciso di realizzare diverse attività tra cui, quest' anno, il concorso Best Practice dedicato al fenomeno della violenza di genere. Il nostro obiettivo è contribuire al miglioramento della qualità e dell' accessibilità dei servizi sanitari finalizzati alla presa in carico delle vittime di aggressione, promuovere un' assistenza multidisciplinare e qualificata, favorendo la formazione degli operatori sanitari preposti all' accoglienza delle donne e incentivare il riconoscimento di situazioni a rischio e la diagnosi precoce. La selezione delle buone pratiche ospedaliere potrebbe rappresentare il punto di partenza per avviare un processo di ottimizzazione dei servizi all' interno delle strutture ospedaliere italiane".
"La prima accoglienza è un passaggio fondamentale per la donna che ha subito violenza ed è per questo che, anche nei servizi pubblici, le operatrici che l' accolgono devono essere formate in maniera specifica - sostiene Alessandra Kustermann, Coordinatore del Comitato valutatore Best Practice, Direttore dell' U.O.C. di Pronto Soccorso e Accettazione Ostetrico-Ginecologico e del SVSeD Centro Soccorso Violenza Sessuale e Domestica dell' Ospedale Mangiagalli di Milano -. Il fenomeno della violenza è complesso e va affrontato da diversi punti di vista. In SVSeD, abbiamo da anni posto in opera un protocollo di accoglienza e di assistenza, che tiene specificatamente conto delle problematiche delle persone che hanno subito violenza, avvalendoci di specialisti in diverse discipline: ostetriche, ginecologhe, psicologhe, assistenti sociali, medici legali e avvocati, collaborando anche con le forze dell' ordine e la Magistratura".