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Tumori del fegato

Cosa è il tumore del fegato
Il fegato è un organo che si trova nel lato destro dell’addome, appena sotto le costole. È l’organo più voluminoso del corpo. Svolge importanti funzioni di rimozione delle sostanze di scarto nel sangue, contribuisce alla digestione e al metabolismo dell’organismo. Il tumore del fegato si ha quando le cellule di quest’organo vanno incontro ad una crescita incontrollata. In Italia sono circa 13.000 le diagnosi di tumore del fegato attese ogni anno.
Il tumore del fegato può essere primitivo, quando ha origine direttamente nel fegato, oppure metastatico, derivante cioè da un tumore nato in un altro organo e che poi si è diffuso nell’organismo. Le metastasi epatiche rappresentano i più comuni tumori del fegato.
Il tumore epatico primitivo più diffuso è il carcinoma epatocellulare, o epatocarcinoma. Altri tipi di tumore epatico primitivo sono più rari e relativamente infrequenti (colangiocarcinoma, carcinoma delle colecisti).
Raramente il fegato può essere colpito anche da tumori benigni, che non richiedono in genere alcun trattamento.
 
Cause del tumore del fegato
I fattori di rischio che aumentano le probabilità di sviluppare un tumore del fegato sono diversi:

  • La cirrosi è il fattore principale. La grande maggioranza dei carcinomi epatici si sviluppa infatti in fegati affetti da questa malattia, causata fra l’altro dal consumo eccessivo di alcolici
  • Sesso: il tumore del fegato è più diffuso negli uomini che nelle donne
  • Età: nel mondo occidentale il tumore del fegato tende a insorgere oltre i 50 anni
  • Situazioni dismetaboliche quali obesità, diabete, steatoepatite (l’accumulo di grasso nelle cellule del fegato)
  • Presenza di alcune malattie ereditarie del fegato
  • Presenza di infezioni croniche da virus dell’epatite B o C. L’introduzione dal 2015 di nuove terapie efficaci per il virus dell’epatite C e la progressiva copertura vaccinale per quello dell’epatite B stanno però facendo decrescere i casi di tumore del fegato legati a queste infezioni

Sintomatologia
Purtroppo i tumori epatici possono non causare alcun sintomo, soprattutto nella fase iniziale. In seguito si possono manifestare sintomi quali perdita di peso, inappetenza, debolezza generale e stanchezza. Altri sintomi possibili sono disturbi addominali, nausea, ventre gonfio e ittero. 
La prevenzione è estremamente importante, soprattutto attraverso l’individuazione e la limitazione dei fattori di rischio eliminabili sopra menzionati (prevenzione primaria), ma anche attraverso l’esecuzione di controlli clinici nei pazienti a rischio (prevenzione secondaria). È importante attenersi alle indicazioni del medico curante, che coinvolgerà lo specialista epatologo nei casi a rischio.

Diagnosi
La diagnosi di tumore del fegato passa attraverso l’esame obiettivo, l’esecuzione di esami del sangue e di diagnostica per immagini (quali ecografia addominale, TC, risonanza magnetica ed altri esami radiologici particolari) e, in alcuni casi, la biopsia del fegato.

Trattamento
chirurgia fegatoGli approcci terapeutici al tumore del fegato sono differenti. È importante che a scegliere quello più idoneo ad ogni singolo caso sia un team multidisciplinare di esperti nella gestione di questa malattia. Affidarsi a un centro trapiantologico con elevata esperienza per la cura del tumore del fegato e nel trattamento dell’insufficienza epatica può rivelarsi la scelta più adeguata.
Pur essendo praticabile solo in una minoranza di pazienti, la chirurgia è l’unica forma di terapia che possa offrire una possibilità di guarigione completa. Il trattamento chirurgico può mirare, a seconda dei casi, alla asportazione parziale dell’organo (chirurgia resettiva) oppure alla asportazione totale, con conseguente trapianto di fegato. Con una esperienza ultraventennale, l’ospedale Papa Giovanni XXIII è tra i primi centri in Italia per numero di trapianti di fegato effettuati ogni anno; sono oltre 2000 le visite ambulatoriali annuali effettuate al Papa Giovanni su pazienti con epatocarcinoma o malattie epatiche avanzate. 
La chemioterapia sistemica, attuata anche mediante l’utilizzo di nuovi farmaci biologici, può offrire un importante apporto terapeutico, sia nella riduzione della malattia preliminarmente all’intervento chirurgico sia successivamente, per limitare la possibilità di recidive. Metodiche alternative quali la chemioembolizzazione e la radioembolizzazione con finalità terapeutiche possono essere messe in campo qualora l’intervento chirurgico non si riveli l’indicazione più adeguata al caso specifico. 
Il team multidisciplinare dell’ospedale Papa Giovanni XXIII riunisce una ventina di specialisti, dal medico epatologo al chirurgo, dall’oncologo al radiologo interventista, che settimanalmente si incontrano per valutare, studiare e preparare il trattamento terapeutico più adeguato ad ogni singolo paziente.