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Premiati gli Infermieri di Famiglia e di Comunità

1.537 tamponi eseguiti a domicilio con annessa consulenza alle famiglie per le misure anticontagio da seguire; 566 visite di monitoraggio; 65 visite a casa di persone positive dimesse dal Pronto Soccorso138 attivazioni di percorsi di presa in cura che, attraverso il modello organizzativo e assistenziale di case management, ha consentito una risposta assistenziale efficace ai bisogni presenti a livello comunitario attraverso l'integrazione delle competenze infermieristiche tra i servizi della rete territoriale.

E' questo il bilancio dei primi sei mesi di piena operatività del servizio dell'Infermiere di Famiglia e di Comunità del Papa Giovanni, tra il 1 dicembre 2020 e il 31 maggio 2021. Senza dimenticare le decine di migliaia di vaccinazioni somministrate nel corso della campagna vaccinale nei diversi Centri del Papa Giovanni XXIII.

Venerdì 11 giugno il servizio è stato inserito tra le buone pratiche di assistenza infermieristica selezionate e premiate dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI).
L'annuncio del premio è arrivato a Pavia, nel corso della tappa nel Nord Ovest dell'Italia, del Congresso nazionale itinerante 2021, il secondo della Federazione e il primo dell'era Covid-19. A ritirare il premio erano presenti, per la ASST Papa Giovanni Cinzia Prometti, Coordinatore Infermieristico dell'intero Servizio aziendale di Infermiere di Famiglia e Comunità per la Direzione Professioni Sanitarie e Sociali, e Laura Saladino, Infermiere di Famiglia e di Comunità in servizio al polo territoriale della Valle Brembana.

Attivato dalla ASST Papa Giovanni XXIII in piena emergenza sanitaria, il servizio degli Infermieri di Famiglia e di Comunità è rapidamente cresciuto. Oggi conta cinque sedi territoriali operative tra Val Brembana, Valle Imagna e Bergamo città, oltre al Centro di Coordinamento di Via Borgo Palazzo a Bergamo. Da subito è stata evidente la funzione essenziale di questa figura, non solo per il contenimento e il contrasto della diffusione del contagio sul territorio  per la quale si è rivelato un servizio cruciale nei passaggi più caldi dell'emergenza Covid e nel corso della recente recrudescenza dei contagi che ha riguardato alcune aree dell'alta Valle Imagna, ma anche per l'avvio della strutturazione di una risposta assistenziale concreta e competente ai bisogni largamente presenti sul territorio provinciale nei contesti famigliari e di vita della popolazione, che vedono un riferimento infermieristico identificato.

Oltre ad effettuare i tamponi a domicilio, in collaborazione con le USCA, l'Infermiere di Famiglia e di Comunità ha garantito le consulenze e il monitoraggio di pazienti positivi al virus Sars-Cov-2. Grazie anche a questa figura infermieristica è stata garantita così la sorveglianza attiva delle condizioni di isolamento domiciliare e si è contribuito ad individuare precocemente eventuali sintomi di peggioramento clinico e dunque le eventuali necessità di un tempestivo ricovero ospedaliero. Allo stesso tempo sono state garantite attività di educazione sanitaria rivolte a famigliari e caregivers sulle corrette misure da seguire per evitare il contagio dell'intero nucleo familiare.

L'Infermiere di Famiglia e Comunità si sta rivelando una figura di riferimento per l'assistenza di prossimità in risposta ai bisogni di salute della popolazione e per le attività di promozione dei sani stili di vita e di prevenzione, in grado di intercettare i bisogni di salute espressi, inespressi, potenziali, ritardare l'ospedalizzazione, favorire l'educazione alla persona e alla comunità e garantire formazione e affiancamento ai colleghi - afferma Simonetta Cesa, Direttore UOC Direzione Professioni Sanitarie e Sociali ASST Papa Giovanni di Bergamo -. I risultati raggiunti sono stati garantiti dall'integrazione con tutti gli interlocutori di ambito sanitario, sociosanitario e sociale che hanno stretto alleanze con gli Infermieri di Famiglia e Comunità perseguendo l'obiettivo comune di avvicinare i servizi e le risorse ai contesti di vita quotidiana della comunità, come fortemente sollecitato dall'avvento pandemico. La progettualità ad oggi attiva rappresenta un primo assetto organizzativo che nel concreto fornisce una risposta ad alcuni dei bisogni di assistenza presenti in ambito territoriale e domiciliare. Sicuramente le potenzialità della figura dell'Infermiere di Famiglia e Comunità sono tali e tante da assicurare nel prossimo futuro nuove prospettive di risposta efficace alle necessità della comunità"

Il Congresso FNOPI proseguirà sabato 12 giugno, spostandosi dalla Lombardia al Piemonte (Novara) e alla Liguria (Savona). Sono 15 in totale i progetti innovativi per l'assistenza sul territorio e di prossimità ad aver ricevuto il premio dai rappresentanti del Comitato centrale della FNOPI. Tra le esperienze di assistenza territoriale premiate che meritano la menzione, figurano progetti dell'infermiere scolastico e per l'assistenza ad alunni affetti da patologie croniche e con speciali bisogni di salute, il ricorso alla telemedicina per l'assistenza sul territorio, le reti di prossimità transfrontaliere con la Svizzera, il servizio di assistenza a domicilio con l'obiettivo di abbattere gli accessi impropri al Pronto soccorso.

"I modelli sanitari cambiano e la figura dell'infermiere ha assunto un ruolo sempre più rilevante per la sanità, dentro l'ospedale e sul territorio - ha dichiarato Fabrizio Limonta, direttore sociosanitario ASST Papa Giovanni XXIII -. Ringrazio i nostri Infermieri di Famiglia e di Comunità per il loro contributo importante reso in alcuni momenti cruciali della pandemia. Questo premio è un riconoscimento anche alla cultura di competenza, collaborazione, dedizione e coraggio di cui sono portatori e che ha permesso alla nostra azienda sociosanitaria di fronteggiare l'epidemia e vincere la sfida contro il virus con velocità e precisione".